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    Cucinelli sotto pressione: Morpheus denuncia affari in Russia

    Il titolo in borsa di Brunello Cucinelli è crollato dopo la diffusione di un report del fondo Morpheus Research. L’accusa riguarda la presunta continuazione di rapporti commerciali in Russia, in violazione delle sanzioni europee. La reazione dei mercati è stata immediata e solleva interrogativi più ampi sul rischio reputazionale per i marchi del lusso.


    Le accuse di Morpheus Research

    Il fondo, dopo mesi di indagini, sostiene che Cucinelli abbia:

    • continuato a operare in Russia tramite partner locali, con boutique attive a Mosca;
    • venduto articoli recenti, anche capi delle collezioni 2024 e 2025, con etichette italiane;
    • usato la rete russa per smaltire stock in eccesso;
    • fornito versioni contraddittorie su chiusura dei negozi e modalità di vendita.

    Le contestazioni non riguardano solo aspetti logistici, ma anche trasparenza e comunicazione verso gli investitori.


    La replica di Cucinelli e i dati ufficiali

    L’azienda ha respinto con decisione tutte le accuse. Ha ribadito che le vendite in Russia rispettano le regole UE: solo prodotti sotto i 300 € o importati prima delle sanzioni.

    Il gruppo ha ricordato che il fatturato russo è crollato da 16 milioni nel 2021 a circa 5 milioni nel 2024, pari al 2% del giro d’affari. Ha inoltre annunciato possibili azioni legali contro Morpheus. Secondo la società, anche i controlli dell’Agenzia delle Dogane hanno confermato la conformità delle procedure.


    L’impatto in borsa e il ruolo di Consob

    Il mercato ha reagito duramente. Le azioni hanno perso fino al −17% in un solo giorno, con sospensione temporanea delle contrattazioni a Milano. È aumentata anche la pressione ribassista da parte degli investitori short.

    In parallelo, Consob ha chiesto chiarimenti al gruppo per valutare la correttezza delle informazioni diffuse. Non si parla di un’inchiesta formale, ma il coinvolgimento della vigilanza segnala la delicatezza del caso.


    I rischi reputazionali per il lusso

    Il caso Cucinelli mette in evidenza i punti deboli del settore moda di fascia alta. Il lusso fonda il proprio valore su immagine, etica e trasparenza.

    • Un lusso “responsabile” è fragile: i clienti premium reagiscono in modo severo a incoerenze o mancanze di chiarezza.
    • Le campagne short amplificano i rischi: i fondi ribassisti combinano vendite allo scoperto e report critici, accelerando il calo in borsa.
    • La vigilanza pesa sulla fiducia: anche senza inchieste, le ispezioni riducono la sicurezza degli investitori.
    • Trasparenza come opportunità: audit indipendenti e comunicazioni chiare possono aiutare a ricostruire credibilità.

    Conclusioni

    Nonostante la replica energica, il danno d’immagine resta significativo. Brunello Cucinelli è oggi sotto i riflettori del mercato, della vigilanza e dell’opinione pubblica.

    Per il lusso italiano questa vicenda è un avvertimento. In un contesto geopolitico instabile e regolato da sanzioni sempre più rigide, l’integrità delle pratiche commerciali diventa un asset strategico, non più un semplice valore aggiunto.


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